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Rassegna poesie Basilio Reale a Milano
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LA POESIA, IL SUO SENSO

Il problema fondamentale per chi oggi scrive poesia è quello di oltrepassare la conoscenza concettuale, di per sé descrittiva, sostituendo ad essa una scrittura creativa, che crea l’oggetto stesso nel momento in cui gli dà struttura e lucentezza attraverso la forma.
L’oggetto che chiamiamo poesia, perché esista, non può limitarsi ad essere un insieme di segni visibili, riconducibili ad altro da sé, gravati dal peso della loro stessa storia, irrigiditi in una sintassi che impone i suoi nessi. Quell’insieme di segni sarebbe sì fruibile e comunicabile, ma la sua comunicazione e la sua fruizione non aggiungerebbero alcunché a ciò che sappiamo già. Così il massimo di trasparenza coinciderebbe con il massimo di insignificanza.
Compito del poeta è sostituire alla lingua usurata dagli scambi correnti, una lingua liberata dalla semantica e dalla sintassi convenzionali: in altre parole, inventare un’altra lingua che renda dicibile e visibile ciò che dicibile e visibile non è.
E’ questa la scommessa del poeta, qui egli si confronta ogni giorno con il proprio limite.
Non basta, non può bastare che sia in grado di intendere e ascoltare la propria voce interiore, la voce dell’anima, ma occorre che l’oggetto da lui creato, la nuova poesia, sia essa stessa fruibile e comunicabile. Resti cioè, entro certi limiti, comprensibile, e tanto più quando non rappresenta la riproduzione di un mondo dato ma è la creazione di un mondo possibile, attraverso la parola poetica, intraducibile e caratterizzata da una infinita polisemia.
Strumenti necessari al poeta, oltre quelli già considerati, sono la pazienza e la cura artigianale, indispensabili a trarre dalle tante varianti imprecise o insoddisfacenti la soluzione unica e insostituibile in cui l’emozione possa essere contenuta ed espressa.
Questo raggiungimento ci dà ogni volta la certezza che il mondo abbia un senso ulteriore rispetto al senso comune.
Basilio Reale